Saturday 10 July 2010

Chavanga salmon fishing. New article (Italy).

http://blog.chavanga.com/2010/05/tutti-isalmo-salar-finiscono-in-gloria.html





Read below in Chavanga blog, May 2010

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Sunday, 23 May 2010


TUTTI I...SALMO (Salar ) FINISCONO IN GLORIA

 Murmansk - penisola di Kola - fiume Chawanga   (Chavanga river)
 Testo e foto di Antonio Pozzolini





























In 45 anni di pesca a mosca ho catturato molti tipi di pesci, spesso improbabili, come un grosso polpo catturato con una crazy charlie, sotto gli occhi esterrefatti dell'amico Mauro Borselli, mentre tentavo, senza fortuna, di catturare delle grosse salpe che grufolavano nell'acqua bassa dell'isola di Cipro.
Non mi posso, certo, lamentare, avendo catturato diversi “ pesci della vita “ , quali un huco taimen da un metro e 32 cm. in Mongolia, una leccia da 20 kg. in Spagna e salmonidi di ogni tipo compreso il rarissimo salvelinus leucomanis o salmerino a macchie bianche nella lontana Siberia asiatica. Ma una grave lacuna macchiava il mio curriculum di “ ciapapèss “ : non avevo ancora catturato il mitico salmone atlantico. Questo esclusivo pinnuto è il simbolo stesso della pesca a mosca, almeno di quella anglosassone, e gli sono stati dedicati fiumi ( spero pescosi ) di inchiostro.
Sono stati spennati stormi di esotici e policromi volatili per ideare e costruire migliaia di affascinanti mosche espressamente dedicate al re dei pesci ed eserciti di pescatori si sono consumati i neuroni celebrali e prosciugato il conto in banca per avere TUTTI I...SALMO (Salar ) FINISCONO IN GLORIA
l'emozione di avere in canna questo magnifico animale. Personalmente ho sempre ritenuto poco adatta al mio carattere irrequieto la sua pesca.
Dalle innumerevoli letture e dai racconti di amici e clienti avevo tratto la convinzione che, visto che il salmone non si nutre in acqua dolce, fosse impossibile interagire con lo stesso e che la sua cattura fosse, oltre che aleatoria, anche piuttosto casuale.
Nel lontano 67' ebbi modo di contattare telefonicamente Lee Wulff per chiedergli delle spiegazioni circa l'utilizzo di una rigidissima canna da 7' in bambù da lui disegnata e inviatami, per dei test, dalla Sharpe's di Aberdeen, con la quale collaboravo e lo stesso mi riferì che era stata progettata per pescare salmoni che lui catturava con mosche secche sull'amo del 16 ( sic! ). Sosteneva di aver catturato esemplari da 16 lbs. nel New Foundland ( Terranova) con questa assurda attrezzatura.
Ho sempre pensato che si fosse preso gioco del giovane ed inesperto moschista di un lontano paese, finchè, al Pozò Fly Festival di un paio d'anni fa non espose un tour operator francese che organizzava viaggi di pesca al salmone nella penisola di Kola, in Russia, in un fiume dove sosteneva fosse frequente catturarli a mosca secca . Il costo non era proprio di quattro ceci e un fagiolo, ma comunque nettamente inferiore a quello corrente sul mercato. Mi è sembrata l'occasione giusta per allargare i miei orizzonti, conoscere nuovi paesi, nuove tecniche e fare nuove esperienze.
Come prima mossa ho partecipato a un corso di lancio con canna a due mani e tecnica scandinava tenuto dall'amico Valerio sul Piave, organizzato dal Mosca Club Treviso, allenandomi successivamente sul Brenta in piena.
Unitamente ad altri 4 amici che già mi avevano seguito in altre avventurose trasferte, il 30 di Luglio ci imbarchiamo alla Malpensa con destinazione Murmansk via St. Petersburg , carichi di speranze, attrezzature e l'immancabile scorta di viveri italici per far fronte alla possibile carenza di cibi all'altezza dei nostri raffinati palati.
Avremmo pescato per 7 giorni, in esclusiva, sullo Chawanga, nel Sud della penisola di Kola.
All'aeroporto veniamo accolti da Vasyl e suo figlio, le nostre guide, che a bordo di un pulmino, previa tappa a Kandalaksha, dove ci procuriamo ogni sorta di viveri, cartoni di birra e numerose bottiglie di vodka, ci conducono a Umba, cittadina alla foce dell'omonimo e famosissimo fiume. Qui cambiamo mezzo di trasporto e veniamo caricati con armi e bagagli su di un pulmino fuoristrada UAZ che in un paio d'ore di strada sterrata ci porta alla foce del Varzuga altro mitico fiume da salmoni.
Trasbordo su di un camion di tipo militare e altro paio d'ore a diretto contatto con l'incredibile e affascinante paesaggio della costa del Mar Bianco per raggiungere la nostra magione, una tipica casa locale nel villaggio di Chawanga, alla foce del fiume dove avremmo pescato per 7 giorni.
 Vasyl è un medico ma ha scelto di svolgere questa attività perchè gli permette di dare sfogo alla sua grande passione. E' simpaticissimo, estremamente disponibile, paziente e preparato e in inglese ci informa che in questa stagione l'acqua è piuttosto bassa, la temperatura decisamente alta e che bisogna pescare con attrezzature leggere, approcci cauti, code galleggianti, mosche di piccole dimensioni su ami del 10-12 facendo derivare la mosca, senza dragaggi ad esplorare le tipiche zone di stazionamento che ci avrebbe chiaramente indicato. 
 































Wow!!!approcci cauti ?? attrezzature leggere ?? mai così bello !!
decido di estremizzare il concetto e di pescare con canna 9' con coda WF5 galleggiante, finale da 9' a nodi cui aggiungo in punta 80-90 cm. dello 0,24 in morbido nylon dicroico.
Il primo giorno ci rechiamo a monte per circa 4 chilometri. Una scarpinata non indifferente tra i meravigliosi colori del bosco e una esplosione di fiori e funghi.
Pesco piuttosto poco, preferendo osservare Vasyl, cercando di capirne il modus operandi, ovvero dove e come pescare per perfezionare i meccanismi di questa pesca con la quale sono alle prime armi.
Utilizzando una piccola Munroe Killer su amo doppio del 12 sento un paio di tironi e a causa della ferrata troppo anticipata, perdo un paio di salmoni che si sganciano dopo un acrobatico salto. Sono imbufalito, frustrato e mi sento fuori pesca..
Nel tardo pomeriggio inizia una discreta schiusa di effimere e sedges e si notano diverse bollate. Decido di pescare a secca e monto la stessa imitazione di tricottero su amo del 16 a gambo lungo barbless , che uso normalmente sul Brenta e che imita perfettamente gli insetti presenti.




















































Finalmente gioco in casa e catturo moltissimi piccoli, graziosissimi ed aggressivissimi salmoncini non più lunghi di 20 cm. , alcuni temoli di taglia discreta, e una trota, presumibilmente di mare, di circa un chilo. Mi sto divertendo come un satiro quando la mosca scompare in un piccolo gorgo....
...ferro e sento una forte trazione dall'altro capo della lenza. Caspita un timallosauro!!... penso di aver incannato un temolo da Guinness dei primati ma, dopo alcuni secondi, un pesce valutato intorno ai 3-4 chili si esibisce in un salto a candela.
 Non credo ai miei occhi!! il mio primo salmone atlantico fa di tutto per non farsi catturare. Salti, fughe, colpi di testa, insomma, tutto il repertorio di un pesce selvaggio convinto di rischiare di lasciarci le pinne. Sono in mezzo al fiume e retrocedo fino a riva dove Vasyl lo agguanta per la coda e lo blocca. 
 Poso soddisfatto per la foto ricordo prima di rilasciarlo. Il mio primo salmone atlantico a mosca secca!!  niente male come primo approccio!! Lee Wullf non mi aveva preso in giro come ho sospettato per oltre 40 anni.
Il giorno successivo, a bordo di un cingolato, ci rechiamo a monte di 7 chilometri.
 































La zona è fantastica con un alternarsi di lame e raschi e pescando in maniera tradizionale con la Munroe Killer del 10 salpo 9 salmoni oltre a un decimo che riesce a rompere il filo, probabilmente usurato, dopo una violenta fuga. Uno di questi ha ingoiato in profondità la mosca e Vasyl decide di capocciarlo per rifornirci di proteine nobili e omega 3.
 A cena , la sera stessa, ce lo ammannirà, cucinato alla bielorussa, ovvero a tranci, in padella, con erbe aromatiche. Sono abbastanza sorpreso di una abboccata con aggancio così profondo da parte di un pesce che, secondo tutte le più accreditate teorie, cessa di nutrirsi in acqua dolce, ma Vasyl mi conferma che spesso ha trovato larve, ninfe, mosche e sanguinerole negli stomaci dei salmoni e che quindi non necessariamente a tutti si atrofizza l'apparato digerente e che addirittura alcuni maschi rimangono nel fiume per due stagioni comportandosi come pesci stanziali. 
 Nei giorni successivi abbiamo utilizzato l'incredibile mezzo meccanico per farci scarrozzare nei posti migliori e supportati da un tempo piuttosto bello e da una temperatura gradevolissima, abbiamo catturato molti salmoni tra cui, personalmente, una grossa femmina di 4 spanne e mezza, quindi oltre i 90 cm. che ho tentato di far fotografare all'amico Marcello che si trovava a circa un centinaio di metri. Lo stesso, molto impegnato a pescare, rimase insensibile alle mie implorazioni, urlandomi in vernacolo toscano: “ Ovvia ! Ecchè sarà mai ! “. Il laido sapeva perfettamente che il giorno prima la mia Nikon Coolpix era malauguratamente caduta in acqua annegando miseramente, rifiutandosi , ipso facto, di collaborare malgrado una lunga esposizione al sole, ricarica della batteria e rianimazione bocca a bocca...
Proprio il quarto giorno ho vissuto la mia esperienza più emozionante. Tutti i giorni alle 18, in riva al fiume, veniva organizzato uno dei tre pasti giornalieri che consisteva in ogni sorta di nefandezza quali, salumi, formaggi, carne in scatola, biscotti e dolciumi vari, il tutto annaffiato da te o caffè bollenti, da abbondanti birre e dall'immancabile vodka.
Dopo il primo giorno mi sono reso conto di non avere il fisico per reggere questa sorta di sovralimentazione e quindi ho scelto di continuare a pescare alla faccia dei miei compagni crapuloni.
 































Proprio all'ora della merenda mentre, lupetto solitario, sto pescando in uscita di una lama veloce dove avevo già catturato un paio di discreti salmoni, la mia solita Munroe Killer si blocca improvvisamente. Ho la sensazione di aver agganciato il fondo. Realizzo che si tratta di un salmone che peraltro non si muove di un centimetro. Deve essere grosso, decisamente più grosso di quelli agganciati sinora. Dopo alcuni istanti incomincia a muoversi lentamente, scuotendo la testa e mi rendo conto dell'enorme potenza che è in grado di sprigionare e capisco che la mia cannetta da 9' coda 5 e il filo del 24 sono assolutamente inadeguati. A conferma dei miei timori parte come un treno attraversando il fiume. Dopo un rush di una cinquantina di metri salta fuori un paio di volte.
































E' veramente grosso, forse più di un metro ed è incazzato come una tigre.... Guadagno la riva per potermi destreggiare meglio. Dopo una breve tregua dove si ferma immobile come un masso, riparte e risalta. Con la mia attrezzatura non ho nessun controllo e la bestiaccia se ne va a spasso alternando pause, ripartenze e salti. E' passato un quarto d'ora, ho un attimo di sconforto e in preda alla disperazione urlo con quanto fiato ho in corpo sperando che qualcuno accorra in mio aiuto. Ahimè, invano. Riacquisto il mio ben noto sangue freddo e ricomincio la battaglia con rinnovata fiducia. Freddo, determinato, inesorabile. Capisco che sarà una lunga battaglia ma sono intenzionato a vincerla. Dopo altri lunghi minuti lo porto a riva in acqua bassa. E' un grosso maschio, caratterizzato da una testa enorme con un becco non molto accentuato, non proprio completamente argentato ma comunque piuttosto fresco. E' in perfetto assetto di nuoto ma a portata di mano e tento di prenderlo per la coda. Riparte a tutta birra..... Altri lunghi minuti di lotta ed è nuovamente a riva, ma saranno necessari altri tre tentativi prima di riuscire a fare un tailing adeguato. E' passata una mezz'oretta. Sono stanco ma eccitatissimo e ammiro per alcuni istanti questo magnifico pesce, rimpiangendo la prematura dipartita della mia macchina fotografica che mi priva dell'opportunità di un magnifica immagine che rimarrà comunque indelebile nei miei ricordi di pesca .
Nella parte bassa del fiume, a circa un paio di chilometri dalla nostra abitazione, il corso d’acqua presenta delle cascate con delle grandi e profonde pools che, anche se meno produttive a quel punto della stagione, avevano il vantaggio di poter essere pescate senza dover scarpinare in assenza del cingolato. Ne ho approfittato per sfoderare il cannone a due mani, più per un mero esercizio tecnico, che per una effettiva necessità. Ho avuto la soddisfazione di catturare un paio di salmoncini e una trota di mare di circa 55 cm.
 































E' stata un'esperienza bellissima. Ho catturato 26 salmoni che rappresentano uno score notevole per un debuttante ma, cosa ancor più importante, tutti hanno catturato i loro primi salmoni, e per di più alcuni a secca.
  La compagnia affiatata, la disponibilità e la simpatia delle guide, l'ambiente fantastico hanno contribuito a rendere questa vacanza veramente molto piacevole. 
 































Per coloro che volessero cimentarsi nella cattura del salmone atlantico mi sento di consigliare questa destinazione, considerando che i prezzi sono notevolmente calati in quanto Vasyl si appoggia direttamente alla  www.pozo.it

INFORMAZIONI UTILI

Stagione: dalla fine di Maggio a metà Ottobre.
Costo : €.2.300/persona per gruppi di massimo 6 pescatori.
Supplemento di €.200/pers. per gruppi di 2 pescatori.
Il prezzo include 7 giorni di pesca, accoglienza e trasporto da/ per aeroporto di Murmansk o stazione di Kandalaksha ( 3,5 h. di treno da S. Petersburg ), first aid medico ( la guida è un medico ), permessi, 4 gg.di trasporto con cingolato al campo, guide e pensione completa.
Sono esclusi il visto consolare, l'assicurazione medica (obbligatoria ), mance e il viaggio aereo per S.Petersburg ( consigliamo la compagnia Russya, che pratica ottimi prezzi ).
L'eventuale prosecuzione per Murmansk o il treno per Kandalaksha offre l'opportunità di visitare S.Petersburg.
Ulteriori informazioni su clima, mosche ecc. li troverete sul sito:
www.pozo.it  o  www.pozoflyfishing.com

Antonio Pozzo

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